domenica 5 dicembre 2010

Letture di novembre (e visioni)

"Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico": Ermanno Olmi lanciò uno slogan che funziona, in Centochiodi, stigmatizzando quella cultura che dei libri si appropria come di un feticcio o, peggio ancora, come di un'arma impropria da cui trarre la morale (non richiesta e squisitamente teorica) della vita che non abbiamo il coraggio di vivere. Tutto vero, tutto assolutamente condivisibile: per diventare delle mummie che i libri preferiscono alle persone e che non si stancano di citare per il puro gusto di ricorrere ad una pretesa autorità di qualche tipo, meglio non leggere affatto.
Ma come la mettiamo quando i libri cominciano a mancarti davvero? Quando i gorghi della vita finiscono per travolgerti e vorresti avere il tempo di fermarti almeno un po', di ragionare sul mondo attraverso il filtro delle molte pagine che compongono un buon libro, e non solo attraverso gli impulsi indotti della pubblicità, gli allarmismi dei telegiornali, la conoscenza di troppo rapido accesso e consumo di internet?
In cinque anni di Università non si può certo dire che non abbia letto: tra i volumi studiati e quelli che mi sono presa la libertà di leggere durante le vacanze, non si può dire che il pane letterario mi sia mancato. Alla prima serie appartengono i meravigliosi libri di letteratura greca di Susanetti, ma anche quelli studiati per geografia come il Farinelli, o per Teoria della Letteratura, come Racine ed Holderlin; nella seconda serie tengo Steinbeck, Fruttero e Lucentini, D.H. Lawrence, Virginia Woolf.
Oltre all' Ermanno Olmi di Centochiodi ho incrociato in questo mese anche il Grimaldi e il Moretti di Caos Calmo, il Truffaut di Jules e Jim; il Polanski di Oliver Twist, Dan Brown; Le cronache di Narnia, titoli di psicologia (Teresa Brennan e Alice Miller), Edith Stein: dal puro intrattenimento alle complesse dinamiche dei sentimenti, temi di educazione e identità di genere. E l'intrattenimento puro di un romanzo che fa piacere leggere. Ora sto finendo la Stein, Narnia aspetta a Padova. Attendono al varco Maggiani e Il corpo di Diotima.
Perché il problema, in questi cinque anni, non sono i libri che non ho letto. Ma quelli che ho lasciato a metà.
Tempo per leggere pochissimo, anche se ben sfruttato, ma rimane quel bisogno di leggere di più, di leggere sempre. Così anche dopo la laurea, dopo i concorsi e dopo lo sbigottimento di rendermi conto che avevo del tempo da spendere, mi sono messa a leggere. Con il proposito di non tornare ad essere una persona che non ha il tempo di leggere. Se ad una cosa servirà l'essere pendolare, sarà proprio questa: regalerò volentieri le mie due ore di viaggio alle pagine di qualche libro: l'elenco di sopra è ancora orfano di autori russi, francesi e di un po' di pubblicazioni recenti.
"Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico", ma se questi due amici sono due lettori, quel caffè avrà un sapore completamente diverso. (Penso, in particolare, a Roberta e a Michela: è solo per poterlo dedicare a loro che lascio questo post così insopportabilmente lungo e autoriflessivo, mentre volevo solo parlare dei libri che ho letto, che trovate, invece, nei vari link).



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